Emil Ost
79 notti ed una cattedrale
Scritto di notte sotto la catterale di Strasburgo, tra due autunni, dalla mano tormentata di un aedo contemporaneo, ecco a noi un'opera unica e sublime. Taccuino intimo, sfogatoio poetico, monologo ironico in prosa, diario del lutto, ma soprattutto salmo d'amore per una donna assoluta e irraggiungibile... tutte le pratiche del discorso si mischiano in quest'oggetto estraneo, in questo «canto di ubriachi all'ubriachezza» que s'inscrive difficilmente nelle categorie prestabilite della letteratura...
(Disponibile unicamente in versione francese)
2024/140 pagine
isbn 978-2-9593633-0-6
13 euro
Georg Leni
Ritratto ad olio di un uomo distrutto
« Ah! Che malinconia mi cinge il cuore nel rievocare i bei, vecchi tempi di Strasburgo! Uno dei periodi d'oro della mia vita, di quelli che profumano molti dei respiri affannosi che seguono, di quelli che finiscono per ruotare tutt'attorno ad una persona speciale che ne diventa peristilio, sotto alle arcate fantastiche e vorticose della memoria. All’epoca trascorrevo gran parte delle mie giornate nei bar che cingevano la Petite France, accanendomi su poesie che forse non avrei mai pubblicato. Fu in uno di quei posti che incontrai per la prima volta Emil..."
(Disponibile unicamente in versione francese)
Georg Leni, postfazione di Emil Ost
Camere. L'eco del gas
« Georg mi annunciò che era finalmente giunto il momento di mettere i piedi nel campo, quando era arrivato a un punto critico nella scrittura della sua pièce. Quest'annuncio apparentemente semplice comportava una serie d'informazioni implicite che la nostra intesa mi permetteva di decriptare, nello specifico: non poteva più proseguire nel suo lavoro senza vedere né toccare la terra del genocidio; mi stava chiedendo di andare con lui; e intendeva partire il più presto possibile, il che significava in qualche ora o, tutt'al più, in qualche giorno! Dal canto mio, ero ovviamente molto interessato ad andare laggiù, ma sicuramente non avevo la sua urgenza. Oltre a ciò, era il periodo in cui ero immerso nelle ultime correzioni del mio libro e l'idea di sospendere il mio lavoro per andare a congelarmi le palle nel bel mezzo dell'inverno polacco non mi elettrizzava. Ma c'era di più invero... »
(Disponibile unicamente in versione inglese)
2024
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Lino Florio
Frammenti e Postumi
Microsemantica del fracasso humano
« La speranza è l'ultima a morire ...vabbé, le faremo il funerale, se avanza tempo ». Cosi' comincia questa discesa aforismatica negli abissi del quasi non detto, dell'intuito, del sottaciuto. Un viaggio che non promette niente di buono nel quale la parola, gesto di sfida, è rivoltata come un guanto a svelare le innumerevoli mani invisibili che la maltrattano. L'irriverenza è d'obbligo, quasi quanto l'umorismo; il silenzio è imbarazzante, gli echi sono profondi, il vuoto immenso.
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Georg Leni
Vuoti a rendere
«Quando Georg arrivò in Polonia, aveva scritto Il Ghetto da più di un anno. Stiamo parlando di una breve parabola composta imprestando alle cadenze del racconto biblico e della narrazione orale. Un giorno mi confessò di aver scritto il testo di fronte alla chiesa di Saint-Sulpice a Parigi, dopo una conversazione con un caro amico e una notte turbolenta piena dei sogni conseguenti. Il Ghetto faceva parte di un gruppo di racconti composti da Il Buco, La Prigione degli Specchi e... Il Campo! Sulla via del ritorno da Auschwitz, dopo un soggiorno in un originale ostello sotterraneo a Brno, Georg aveva aggiunto, ultimo ma non meno importante Il Bunker. Tutti questi testi erano inizialmente racconti orali trasferiti in forma scritta, finché Georg non si convinse che la migliore forma per Il Buco e Il Campo era quella del teatro. Un sesto racconto intitolato Il Muro si è unito alla raccolta qualche settimana più tardi, durante un secondo viaggio a Berlino, mentre un settimo, La Trincea, andò perso durante un incendio…» (da Prendi 'sto slam, fra'. Storia di una catabasi di Emil Ost, in Camere. L'eco del gas).
(Disponibile unicamente in versione inglese)
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